Libertà e Paura
- Elisabetta Eusebi
- 1 giu
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 7 giu

Libertà dalla paura
In me c’è da sempre il ricordo di essere in fila insieme ad altri e che ad un tratto sono stata spinta “giù” …non ero pronta ,ma il mio cammino è iniziato così ..
Sono nata con la paura nel respiro e la sete di conoscere cucita nell’anima.Avevo timore di tutto — del buio, del giudizio, della solitudine — eppure qualcosa dentro di me mi spingeva a fare esperienza, a toccare con mano ciò che più spaventa, a non accontentarmi del silenzio imposto. Ho incontrato molte persone lungo il cammino, e sin da bambina ho saputo riconoscere il dolore negli occhi degli altri.Non mi era estraneo.Risuonavo con la sofferenza come se l’avessi sempre portata dentro, come se fosse una lingua antica che parlavamo in segreto.
Per anni ho cercato risposte, indagando le origini di quella paura.
Ho viaggiato dentro di me con coraggio, ma anche con stanchezza…E mi sono confrontata con il mondo esterno, cercando di riconoscermi nell’altro, cercando un posto, un’appartenenza, un’accoglienza in un mondo che, in fondo, non sentivo mio.
Poi è arrivato il silenzio. Soprattutto da bambina nella natura.Quel silenzio sacro in cui finalmente ho potuto ascoltare la voce della mia anima.E lì ,una volta adulta ,ho compreso che non ero sbagliata.Che non c’era nulla da correggere, nulla da dimostrare, nulla da chiedere.
L’unica cosa da fare era amarmi.Onorare la mia luce.Accogliere anche la paura come una maestra, e smettere di crederle.
Oggi, quando sento il richiamo d’aiuto di un’anima che si dibatte nella sua illusione, accorro.Ma non da salvatrice.Accorro con rispetto, con umiltà, con la volontà di ricordare all’altro ciò che ha dimenticato di sé.
Non voglio cambiare nessuno.Desidero solo liberare dall’illusione chi è pronto a vedere.Perché so che la sofferenza non è reale, è solo un velo.Un inganno.E io sono qui per accendere una fiamma, per portare l’altro verso la sua libertà.Quella che non ha bisogno di prove, perché è già scritta nell’anima.
C’è un punto, silenzioso e invisibile, in cui due anime si sfiorano senza toccarsi.È lì che io abito.
Non porto soluzioni. Non prometto guarigioni.Ma cammino con chi ha dimenticato di essere libero.Libero dentro.di sentire, tremare, scegliere, cadere, rialzarsi.Libero di amare senza aspettarsi il ritorno.Libero di dire: “Ho paura… ma ci sono lo stesso.”
Nel mio cammino ho conosciuto ogni genere di paura: quella che ti paralizza, quella che ti sussurra nel sonno, quella che ti fa diventare qualcuno che non sei.E forse è proprio per questo che ora, quando la vedo negli occhi di un altro, non mi spavento più.La riconosco.La accolgo.E, senza bisogno di parole, la invito a dissolversi.
Non lo faccio con una tecnica.Lo faccio con la mia presenza.
Perché la libertà non si insegna. Si trasmette
Come un fuoco sacro che accende senza bruciare.
Come uno sguardo che dice: “Non sei sbagliato. Sei vivo.”
Quando entro in relazione con qualcuno, non cerco di cambiare nulla.Vado incontro alla sua paura come si va incontro a un animale ferito: piano, con rispetto, senza invadenza.Mi fermo accanto.Lascio che sia lui — o lei — a decidere quando è pronto a lasciare andare.Io tengo il campo, il focus Tengo il cuore aperto. Tengo ferma quella vibrazione che dice: “Puoi respirare. Qui sei al sicuro.”
A volte basta poco.Uno spazio di silenzio.Una parola che non giudica.Un gesto che non pretende.
E qualcosa si scioglie.
La paura non ama la verità.Perché la verità la spegne.E io sono qui per ricordare all’altro la sua verità dimenticata.
Non quella scritta nei libri. Ma quella custodita nella sua pelle, nel suo sangue, nella sua anima stanca di combattere.
Ogni volta che accompagno qualcuno fuori dalla paura, non sono io a fare qualcosa:
è la mia libertà a parlare.
È la mia esperienza, la mia caduta, la mia rinascita che camminano davanti a me e dicono:“Guarda, si può.”
E no, non sempre è facile.
Perché chi vive nella paura spesso si attacca ad essa come a un’ancora.
Meglio la paura conosciuta che la libertà sconosciuta.Ma io non ho fretta.Non forzo mai.Perché la libertà non può essere imposta: può solo essere scelta.
Così accompagno.Così sussurro.Così vibro.
E se anche solo una persona, dopo aver camminato con me,respira più forte,ride più spesso,sceglie con più coraggio,allora so che la mia presenza ha fatto il suo lavoro invisibile.
Io sono qui per ricordare che si può vivere senza paura.
O meglio: che si può vivere nell’amore attraversando la paura, senza esserne prigionieri.
E quando questo accade…non c’è bisogno di parole.Lo vedo nei loro occhi.Nel loro corpo che si distende.Nel loro silenzio che finalmente non pesa più.
E io sorrido.Perché so che qualcosa è tornato a casa.
Elisabetta Shinrei Eusebi
Il risveglio dell’essere
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